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Il Territorio

Pertino è il nome del vecchio podere, in dialetto “Pertinell”, che diventa Pertinello nell’attuale grafia. La zona, che per intenderci è quella che i piemontesi chiamano “regione” (la Bussia è una regione di Monforte), qui è nota come Arpineto, nome che suggerisce la presenza di foreste, cosa del resto visibile a occhio nudo. Il paese è Galeata, duemila e cinquecento anime insediate in quella fetta di territorio chiamata “Romagna Toscana”, dacché fino al 1923 era in effetti sotto la giurisdizione toscana. La proprietà svetta esattamente tra i trecento e i cinquecento metri sopra il fondovalle del Bidente, che scorre agitato nel fitto delle canne, con un moto più vigoroso di quanto non si creda. Per arrivarci occorre attraversare il guado del fiume, ammirarne il luccichio che richiama la montagna, aggrappandosi infine per qualche minuto ai fianchi della collina.

Pertinello è bosco. La vigna c’è, vivaddio, ma il bosco prevale. Pertinello è pressoché isolata nel bosco, il bosco è l’elemento dei luoghi. Il bosco qui è croce e delizia. È croce quando c’è da fare i conti con la sempre più nutrita presenza di selvaggina, quando occorre incassare l’ingordigia dei caprioli e l’offensiva energia dei cinghiali, accettando di produrre sempre meno uva e sempre meno vino. È delizia perché questo straordinario polmone verde trattiene l’erosione dei suoli, protegge il microclima dagli eccessi climatici, sostiene le escursioni termiche, migliora la fotografia del paesaggio e regala una biodiversità autentica. In più, rende credibile la scelta di gestire l’intera campagna in regime di viticoltura biologica.

Le vigne a Pertinello sono completamente inerbite e i suoli vengono lavorati una volta all’anno in modo molto leggero, per rompere le radici superficiali delle viti e stimolarne il “fittonamento”. Le erbe (spontanee) sono tagliate giusto quando necessario e solo in primavera, giacché in estate ci pensa il sole a seccarle. La terra miscela argille e sabbie, in alcuni punti le vene sabbiose sono più evidenti, in altre prevale invece l’argilla, ma si tratta di terreni di buon drenaggio e allo stesso tempo di buona dotazione idrica.

Territorio

Il vigneto, esteso per una superficie complessiva di quindici ettari, si arrampica su pendenze importanti: le colline non sono mai state trasfigurate dai caterpillar e anzi al contrario ne è stata rispettata l’originaria orografia. Più di due terzi del vigneto è potato a Guyot unilaterale (oggi sempre più apprezzato dagli esperti di agronomia per numerose ragioni di tipo viticolo, sanitario ed enologico), il resto a cordone speronato.

Il portainnesto più diffuso a Pertinello oggi è il 110 Richter, il più adottato anche in Chianti Classico e a Montalcino per la sua buona resistenza alla siccità e l’ottimo attecchimento con il Sangiovese.